Paolo Rosselli

PAESAGGI CON BAMBOLE
Fotografie di Paolo Rosselli

Inaugurazione – Sabato 3 Maggio 2014 ore 18

04.05.2014 – 08.06.2014

Tra le righe.
Secondo Flusser nel produrre immagini si notano due approcci, nel primo la persona che usa la macchina fotografica scatta delle istantanee, “documenta il mondo” e “accumula memorie”; nel secondo cerca nuove “informazioni” usando la fotografia per “elevare la sua stessa consapevolezza”1 del mondo. Le fotografie che Paolo Rosselli presenta in questa mostra sono un esempio di questo secondo criterio. Nelle sue immagini mette in dubbio la comune rappresentazione di quello che vediamo, la città, le autostrade, le automobili, i corpi, l‟architettura e la sua macchina fotografica che è inclusa nella fotografia. Rosselli fotografa e mostra questi artefatti della presenza umana inglobandoli in immagini dense, dotate di numerosi livelli di lettura. Dotato di una notevole abilità nel trattare le immagini digitali costruisce delle fotografie complesse senza ricorrere a falsificazioni della realtà. Così i numerosi oggetti che affollano le sue fotografie sono da vedere in una dimensione fenomenologica in cui chi guarda modifica l‟oggetto e lo ricolloca in uno scenario del tutto imprevedibile. Si può stare a lungo su queste fotografie e scoprirvi ogni volta dei nuovi frammenti di realtà. Con questo modo di procedere Rosselli mostra che la fotografia è capace di dilatare il campo della nostra percezione dell‟ambiente. In fondo la qualità più evidente di queste immagini è il tipo di percezione che trasforma la fotografia da atto artistico a una dichiarazione quasi filosofica per cui l‟esperienza soggettiva del mondo mette in secondo piano l‟oggettività delle cose, il loro nome, la categoria cui appartengono. Per spremere la realtà come un‟arancia – una metafora che Rosselli usa per indicare la missione del fotografo di arrivare all‟essenza delle cose, cioè al succo – bisogna rallentare e concedersi il tempo di entrare in questa percezione del mondo – che continua a espandersi. Nel farlo possiamo avvicinarci all‟esperienza visiva del fotografo di una certa scena e farla nostra; ma senza analizzare le singole parti e ordinarle in categorie razionali; se mai osservando i piacevoli e a volte assurdi frammenti di informazioni che sono depositati “tra le righe”.
Erika Petric
1 Vilém Flusser, Towards a Philosophy of Photography, London 2000 (reprint 2014), p. 81

 

 Paolo Rosselli inizia a interessarsi alla fotografia dopo un tirocinio nello studio di Ugo Mulas. Dopo la laurea in architettura decide per la fotografia. Da quel momento il suo approccio all‟architettura si sviluppa in diverse direzioni, verso l‟architettura contemporanea, verso i maestri del Moderno come Terragni e in direzione del passato come nel caso del Rinascimento italiano. Collabora stabilmente con riviste di architettura come Lotus e Domus. Allo stesso tempo ha sviluppato delle sue ricerche sul paesaggio urbano contemporaneo e sugli interni delle case. E‟ stato invitato a tre edizioni 1992, 2004, 2006 della Biennale di Venezia. Nei libri Sandwich digitale e Scena mobile, pubblicati nel 2009 e 2012 con Quodlibet, ha scritto e raccolto una serie di articoli dedicati alla fotografia e ai cambiamenti della percezione del mondo nell‟età digitale. Vive e lavora a Milano.

www.paolorosselli.com